L'orto sinergico, elaborato da Emilia Hazelip alla fine degli anni '70, ha questo nome perché sfrutta le leggi della sinergia, che si verifica quando l'unione di più forze cooperanti (piante, micro organismi, batteri...) riesce a ottenere risultati superiori rispetto alla somma del singolo sforzo di ognuno.
Il principio base dell'orto sinergico è che in natura la terra non è mai nuda; nel bosco c'è infatti sempre il residuo delle foglie, dei rami, degli animali. La terra quindi, secondo l'approccio sinergico, è nuda solo dove c'è l'intervento umano e questo le nuoce perché, avendo un suo tessuto, essa ha bisogno di "respirare" per esercitare l'attività materica che è alla base della vita.
L'orto sinergico prevede dunque che la terra sia mantenuta coperta, non rivoltata e non calpestata, e che non venga ad essa apportato nulla di estraneo (ad esempio prodotti chimici di ogni genere, concimi, etc.) nel rispetto della moltitudine di specie diverse che garantiscono la biodiversità rendendo possibile, anno dopo anno, il miglioramento del suolo.
L'orto sinergico vuole quindi riproporre il processo che la terra spontaneamente svolge da miliardi di anni, opponendosi all'agricoltura convenzionale che si fonda sullo sfruttamento e con la terra sembra piuttosto essere in competizione.
Essendoci una naturale cooperazione tra le piante, che si aiutano tutte a vicenda, l'orto sinergico rifiuta l'idea che esse entrino in competizione per il "cibo" - tende invece a valorizzare la presenza di erbe spontanee con le loro radici.
Molti associano l'orto sinergico con la creazione di "bancali rialzati" che si ricoprono di paglia e su cui vengono inserite piante ben consociate tra loro.
In realtà questo è solo parzialmente vero: nell'agricoltura sinergica i bancali non sono essenziali, anzi l'orto può essere fatto in piano o addirittura (specie in presenza di un clima secco) in aiuole con cave scavate per raccogliere umidità. La pacciamatura è sicuramente importante perché la terra se lasciata nuda deperisce, si brucia la materia organica, si bruciano i batteri, si crea una crosta che non permette all'acqua di penetrare.
E le consociazioni si ritengono altrettanto importanti perché alcune piante, ad esempio le leguminose, fissando l'azoto e permettono alle altre piante di avere molta energia... ma è la biodiversità il fattore realmente importante: avere tante piante insieme crea armonia, previene le malattie, le epidemie i problemi in generale, perché le piante messe insieme entrano in "sinergia" e generano un organismo molto più forte.
Come avviene in altri metodi, l'agricoltura sinergica ha una sua componente filosofica e olistica che incentiva i rapporti interpersonali, al fine di creare - nel fare l'orto - sinergia anche tra persone, laddove lo scopo vero dell'agricoltura non è più solamente quello di produrre, ma anche quello di coltivare e migliorare profondamente l'essere umano.