Mi chiamo Aldo Tripiciano, sono un piccolo imprenditore che nel tempo libero si trasforma in un coltivatore appassionato, ricercatore e sperimentatore.
Vivo a Trevignano Romano, nell'Alto Lazio, con la mia compagna e una bella bimba, e possiedo mezzo ettaro di terreno che amo profondamente e cerco di coltivare nel modo più sostenibile e rispettoso che mi è possibile.
Non sono certamente un agronomo o un agrotecnico, non sono neanche un "guru", non sono uno di quei mitici contadini che portano sulle spalle l'esperienza millenaria della terra.
Non ritengo tantomeno di aver inventato metodi o non-metodi né di avere le competenze tecniche, accademiche, spirituali o quant'altro che mi permetterebbero di accedere all'olimpo dei "maghi dell'orto".
E nonostante tutto, ritengo di avere molto da dire. Se non altro perché da anni mi sveglio ogni mattina prima dell'alba, e subito sono nel campo a sporcarmi le mani e a guardare ciò che sta accadendo.
Mi piace molto osservare ciò che fa la Natura in mia assenza. Proprio poiché la Natura è in grado di fare tutto da sé, è unicamente sulla base di ciò che osservo, che sperimento direttamente, che provo e riprovo tra mille errori... che a volte faccio qualcosa che funziona. E quando ci riesco continuo a metterlo in pratica ed affinarlo nel tempo.
Nel mio orto non uso alcun tipo di prodotto proveniente dall'esterno: non uso alcun fertilizzante, diserbante, pesticida, ammendante, insomma - non uso alcun tipo di prodotto proveniente dall'esterno.
Non amo particolarmente usare macchinari per lavorare il terreno. Non ho una motozappa né un motocoltivatore né tantomeno un trattore.
Il massimo che mi concedo è un rasaerba per le parti della mia proprietà che dedico a giardino (e ai bimbi), e un decespugliatore che molto di malavoglia accendo una volta l'anno per eliminare i rovi dai campi abbandonati dei vicini.
Ma perché?
E' evidente, e non l'ho certo scoperto io, che nonostante le incessanti invasioni e aggressioni dell'uomo, le piante non si piegheranno mai ad esso.
Persino guidando sulla tangenziale Est di Roma, è facile osservare come le specie più tenaci crescano praticamente ovunque... ortiche, parietarie, ailanti, lattughe selvatiche e graminacee varie spuntano da ogni anfratto.
Affacciandosi un poco fuori dalla città, poi, la Natura si esprime in tutta la sua forza creativa e generativa.
Io e la mia famiglia viviamo ai margini di un bosco in cui la Natura è lussureggiante: tra enormi querce secolari e ulivi inselvatichiti, piante di ogni genere crescono indisturbate senza che nessun essere umano le coltivi, le innaffi, le fertilizzi o faccia alcunché.
Dal momento che coltiviamo solo per noi stessi e non abbiamo nessuna velleità di "business agronomico", perché mai dovremmo violare un meccanismo che di per sé sembra funzionare perfettamente?
Il nostro compito, da coltivatori che amano la propria terra, dovrebbe essere unicamente quello di favorire e orientare i normali processi Naturali, perché dalla terra emergano (secondo le sue leggi) ortaggi e frutti deliziosi, che possano garantirci la sussistenza, il benessere, e anche il piacere stesso di coltivarla.
E' proprio ciò che fanno tutte le tecniche di agricoltura sostenibile: la Permacultura, la Coltivazione Elementare, la Food Forest... non sono che alcuni esempi di un benefico trend globale di riscoperta di un mondo sconosciuto ai più, eppure sotto gli occhi di tutti.
Un piccolo orto domestico è la porta d'accesso a questo mondo, in cui mentre noi nutriamo la Natura senza sfruttarla, la Natura ci nutre offrendoci i suoi frutti deliziosi, la sua aria pulita, le sue amabili vibrazioni.
Lo scambio così è perfetto, tutti - uomini, animali e piante - vincono e restano in salute.
E' bello, ed è possibile. E per questo si chiama... l'Orto Possibile.
Buona lettura!